Narrazioni coordinate da Carlo Presotto insieme a Giorgia Antonelli, Sophia Los, Carla Spessato, Matteo Balbo e Maurizio Segna.

Alcune "fole" della tradizione diventano altrettanti punti di vista da cui guardare e progettare il futuro. I racconti della tradizione veneta de "La veste del salbaneo", "La fata alla fonte" e "L'anguana madre", cui daranno voce gli attori narratori, daranno il via a tre riflessioni che costruiranno una sintesi dei lavori di approfondimento svolti durante la manifestazione.

La veste del salbaneo è una delle storie che riguardano i piccoli folletti, amichevoli o dispettosi, che di notte, non visti, si divertono a compiere incursioni nelle cucine o nelle stalle, mettendo a soqquadro gli utensili, intrecciando code o criniere ai cavalli. Uno dei modi per liberarsi di questi dispetti è quello di confezionare una vestina rossa, oppure un cappellino od un paio di scarpe e lasciare questo dono sul luogo delle malefatte del salbaneo. Il giorno dopo l'indumento sarà scomparso, e da allora il piccolo essere fantastico non tornerà più a disturbare, ma regalerà solo utili sorprese. Piccolo è meglio? e come si fa a dialogare con la dimensione del "piccolo" in una realtà grande e globale, senza perdersi, senza annodarsi? Con un piccolo gioco il Salbaneo regalerà a tutti i partecipanti delle piccole sorprese, per piccoli gesti, per piccole soluzioni.

La fata alla fonte è una magnifica fiaba presente in molte tradizioni regionali. Cosa succede alla ragazza gentile che incontra una vecchia vagabonda alla finte che le chiede da bere? Come si comporterà? e cosa succede alla sua sorellastra, inviata controvoglia alla fonte dalla matrigna ad incontrare la stessa vecchietta? Quali parole fioriranno sulla bocca della ragazza gentile e quali invece saranno le risposte della pigra sorellastra?  Che cosa significa la parola "gentilezza" in un contesto economico ed ecologico? si tratta forse di acquisire un pensiero della sostenibilità all'interno di una visione etica della nostra collocazione in un sistema fatto di persone, animali, piante, risorse naturali. Si tratta di abitarsi a piccoli grandi gesti di ascolto e di rispetto che in cambio trasformano il nostro mondo da subito.

L'anguana madre è un tragico e misterioso racconto tradizionale del vicentino che ripercorre il motivo del mistero, di come esistano dimensioni con cui possiamo convivere bene a lungo, ma che che si dissolvono quando cerchiamo di controllarle, di possederne il segreto. Si parte dal tema della differenza tra maschile e femminile, con la vicenda di quel bel ragazzo che si innamora di una anguana e la sposa, ma che non è capace di rispettarne il mistero. E' una splendida fiaba, con una lettura maschile, in cui sembra che il marito si comporti in modo naturale ed inoffensivo, ed una femminile, in cui si capisce che questo ragazzo, pur animato da buone intenzioni, non fa che sbagliare tutto, peggiorando le cose quando si impegna per recuperare il rapporto. Maschile e femminile diventano l'applicazione di un pensiero della differenza applicato all'ecologia come sentimento, coinvolgendo gli spettatori "curiosi" in un gioco su quanto siamo in grado di affidarci a ciò che non sappiamo. 

Il gruppo di lavoro che propone narrazioni e giochi nasce all'interno di un  progetto culturale di rilettura della città e delle relazioni.